Storie di… – William Walters, il mago invisibile

La storia di William Walters, il “big bettor” tra i più famosi al mondo che faceva tremare i bookmakers.

Storie di.. Bet racconterà le storie dei migliori scommettitori, di scommesse, eventi e curiosità che sono entrate nella memoria degli appassionati. E’ la volta di Billy Walters. Un nome che, nella sua semplicità, potrebbe addirittura trarre in inganno. L’equivalente di un Max Mustermann in Germania o di un Mario Rossi in Italia. Anzi, per certi versi, “Billy” è stato il signor nessuno, quando tutti volevano sapere cosa facesse e in che modo.

Fine calcolatore, scaltro negli affari e impeccabile nella gestione delle risorse, Walters diventa il nemico pubblico numero uno dei bookmakers dagli anni ’80 in poi. I suoi volumi di gioco sono inarrivabili per chiunque e le sue puntate incidono pesantemente sulle quote offerte inizialmente: Billy è il mercato.

William Walters
William Walters

Quella volta al Golden Nugget di William Walters

Prima di passare alla storia per essere stato il primo (e unico) scommettitore professionista a chiudere in attivo per oltre trent’anni di fila (38 su 39 ad esser precisi), Walters bazzicava già nel mondo del gambling.

“Uno che giocava forte”.

E’ questo che dicevano sul suo conto. Motivo per cui la richiesta di poter raddoppiare i limiti di puntata alla roulette americana (quella col doppio zero) suonò come musica alle orecchie del management del Golden Nugget di Atlantic City, che accettò a patto che venissero depositati due milioni di dollari sul conto. Detto, fatto.

Billy sosteneva di essere in grado di “battere” il banco in un gioco nel quale, notoriamente, la casa ha un vantaggio superiore alla roulette francese del 5,26%. E William è tutto, ma proprio tutto, fuorché uno sprovveduto.

Contro tutti i pronostici, scommettendo 2mila dollari secchi sui soliti 5 numeri (7, 10 , 20, 27, 36), Walters giocò ininterrottamente per 35 ore al termine delle quali, per ordine esplcito del proprietario, l’imprenditore Steve Wynn, fu costretto a alzarsi avendo incassato qualcosa come 3,8  milioni di dollari (la più grande vincita alla roulette realizzata negli States fino a quel momento).

William Walters

L’ascesa dei “computer group”

Il segreto su come avesse fatto a battere la casa da gioco lo custodì gelosamente per anni, ma non si trattava né dell’unico né tantomeno del più importante. Ciò che permise a William Walters di diventare quel che è diventato nel mondo delle scommesse fu l’incontro con Michael Kent avvenuto qualche anno prima.

Il matematico, che ad inizio anni ’70 lavorava come dipendente per una società produttrice di energia elettrica, ha un database invidiabile sulle squadre collegiali della lega di football americano. Così ben fatto da trasformare la passione per le scommesse in un vero e proprio lavoro verso la fine del decennio.

Dopo essersi licenziato ed aver fondato una società con Ivan Mindlin, medico chirurgo ma soprattutto noto scommettitore capace di “muovere” denaro come Kent non avrebbe saputo fare da solo, entra in scena Billy Walters.

Sarà proprio Mindlin a cercarlo, inizialmente per far fronte a qualche difficoltà economica fino a diventare un punto di riferimento imprescindibile per l’attività dei “computer group”, questo il loro nome in codice utilizzato nei primi anni ’80.

Il processo, l’assoluzione, la consacrazione

I movimenti di Walters, Mindlin e Kent finiscono sotto la lente d’ingrandimento dell’FBI, che li arresta assieme ad altre venti persone il giorno del Super Bowl del 1985, quando i San Francisco 49ers al Superbowl conquistarono il loro secondo titolo.

Le autorità federali erano convinte di aver smascherato una tra le più strutturate organizzazioni criminali legate alle scommesse sportive, ma ben presto si resero conto che di illegale nella loro attività non c’era assolutamente nulla, salvo la creazione di alcuni conti bancari offshore per aggirare le imposte sui profitti.

Nel mentre Walters non rimane con le mani in mano e l’anno seguente, oltre al colpo al Golden Nuggets, arriva la vittoria al Super Bowl Of Poker, il secondo torneo di poker più importante dopo il Main Event delle World Series in quel periodo. 

La questione giudiziaria si chiude con la piena assoluzione nei cinque anni successivi, ma nel frattempo Billy è diventato uno tra gli scommettitori più rispettati (e temuti) del pianeta!

Il gruppo fantasma di William Walters

William Walters non si muove mai da solo, ma i suoi passi si sentono eccome. Risuonano nelle casse dei bookmakers sotto forma di puntate gigantesche, capaci di cambiar direzione alle quote di una partita anche laddove le odds, le probabillità di successo, fossero equamente divise tra le squadre contendenti. 

Tanto che, ogniqualvolta ci si trovava di fronte ad una scommessa di un certo rilievo nelle leghe universitarie della NFL, si pensava ci fosse il suo zampino dietro. E in molti casi era proprio così.

Billy aveva creato una compagnia di consulenze, la Sierra Sport Consulting, che a tutti gli effetti fungeva da braccio operativo del suo giro d’affari. All’interno del gruppo i membri non si conoscevano tra di loro e probabilmente non sapevano nemmeno che dietro tutto ci fosse proprio Walters

E’ attraverso questo gruppo di “fantasmi” che Billy costruisce il suo impero, garantendo una commissione del 10% sulle vincite ai cosiddetti “assistenti” e accollandosi le eventuali perdite.

Dopo 39 anni di attività William Walters, nel 2015, decide di chiudere con le scommesse per spostare i suoi interessi sul mercato finanziario di Wall Street. Si stima che, in carriera, abbia vinto oltre 100 milioni di dollari con le scommesse sportive