La storia di William “Bill” Benter, lo scommettitore più vincente della storia alle corse dei cavalli con l’algoritmo da 120 variabili.
Storie di.. Bet racconterà le storie dei migliori scommettitori, di scommesse, eventi e curiosità che sono entrate nella memoria degli appassionati. E’ la volta di William Benter.
La storia di Bill Benter
Ci sono personaggi il cui destino sembra essere scritto nel nome. Prendete uno come Chris Moneymaker, l’amatore statunitense che trasformò una manciata di verdoni (ne bastavano una quarantina per iscriversi al torneo satellite online grazie al quale vinse l’iscrizione al Main Event delle World Series Of Poker) in un premio da 2 milioni e mezzo di dollari.
Il “fabbrica-soldi”, questo grossomodo il concetto racchiuso nel nome di famiglia di Chris, diventa l’emblema del poker online che, grazie alla sua impresa, si trasforma in un fenomeno di massa toccando l’apice verso la fine del decennio.
Ora non sappiamo quanto i genitori del piccolo William, in quel lontano 1957, fossero al corrente dell’importanza che il nome di battesimo avrebbe avuto nella sua esistenza, sta di fatto che per tutti divenne da subito “Bill” e non “Willy” o “Liam”.
L’importanza di chiamarsi Bill
Bill, come “billionaire“, ciò che diventerà da adulto, o come “ricevuta”, “bolletta” – quella che gergalmente viene intesa come “schedina” a sud dello stivale – ovvero il modo con cui William Benter costruirà la sua fortuna.
Non solo, “to bill” può significare mettere in conto, per estensione diremmo programmare. E questo gli riuscirà in maniera divina assieme al socio in affari, nonché esperto di corse dei cavalli, Alan Woods.
E’ con lui che, nel 1988, elabora l’algoritmo che gli consente di mandare in tilt i bookmakers di Hong Kong, grazie a cui riesce ad effettuare previsioni più accurate sull’esito delle corse rispetto al banco.

Gli esordi di Bill Benter
Una sfida, quella con le case da gioco, cominciata già nel 1977. Alla laurea in fisica conseguita nella sua Pittsburg, in Pennsylvania, ne arriva un’altra “ad honorem” in una disciplina non esattamente contemplata nel piano di studi di un fisico in erba: il conteggio delle carte da gioco ai tavoli di blackjack.
Nel giro di sette anni riesce a farsi bannare da tutti i casinò della Strip, la via più famosa di Las Vegas. Con i soldi vinti inizia la sua avventura nel mondo delle corse dei cavalli e con essa la “guerra” al Jockey Club di Hong Kong.
Nei primi periodi però, le cose non vanno per il meglio e i 150mila dollari di capitale iniziale si esauriscono ben presto, tanto da spingerlo a ritornare in patria per dedicarsi nuovamente al conteggio delle carte, stavolta in quel di Atlantic City.
One way ticket
Giusto il tempo di metter da parte qualche centiania di migliaia di dollari e i due soci tornano a Hong Kong, con l’intento di rimanerci. Il metodo di Bill e Alan, dopo opportune revisioni, si rivela infallibile.
Ai 600mila dollari vinti nel 1989 si aggiungono i 3 milioni incassati l’anno successivo fino ad arrivare al 1997, anno in cui il team di Bill Benter chiude in attivo di 50 milioni di dollari.
Da quel momento in poi gli viene proibito di effettuare scommesse attraverso telefoni e dispositivi mobili, ma le nuove restrizioni si trasformano in una nuova sfida che, col tempo, dimostra di saper vincere a mani basse.
Il canto del cigno
Alle porte del nuovo millennio, il suo algoritmo vanta qualcosa come 120 variabili per ciascun cavallo e riesce a garantire previsioni più accurate di qualsiasi bookmaker in circolazione.
Divenuto ormai il re indiscusso delle scommesse sulle corse dei cavalli, nel 2001 Benter azzecca un “Triple Trio” (ovvero indovina l’ordine di arrivo dei primi tre cavalli in tre corse differenti) vincendo addiritura 118 milioni di dollari in un colpo solo.
Bill decide di non incassare il denaro e devolverlo interamente in beneficenza, dando inizio a un’intensa attività filantropica che trova espressione nell’omonima fondazione, benterfoundation.com, attiva dal 2007.

Si stima che Bill Benter abbia guadagnato circa un miliardo di dollari nella sua carriera da scommettitore, sviluppando uno dei software di analisi più completi mai ideati nel mercato delle corse dei cavalli.