La notizia ha fatto rapidamente il giro del web, relativamente al mondo-poker. Perché i tempi sono questi, perché il personaggio è di quelli davvero importanti e perché dietro c’è un gesto bello, non scontato e per niente banale. Enrico Camosci è un giocatore straodinario, che praticamente tutti gli amanti del poker online conoscono già molto bene. Primo e finora unico italiano a vincere un braccialetto online alle World Series Of Poker, il bolognese sarà tra i “guest coach” della University of Gaming e lo sarà in modo davvero speciale.
Camosh, guest coach di UG per una buona causa
Cosa significa guest coach? Sarebbe a dire come un ospite d’onore, e ce lo rivela lo stesso Enrico: “In genere non svolgo attività di coach. Con Dario Sammartino ci conosciamo da moltissimo tempo, lui mi voleva fortemente coinvolgere in questo nuovo progetto e allora abbiamo trovato questo compromesso: un corso di lezioni basic, ma da parte mia con uno scopo benefico.”
Enrico Camosci rimane dunque un giocatore indipendente, ma offre la sua collaborazione a UG in via speciale e i proventi che arriveranno dal suo corso verranno interamente devoluti all’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro). Perché proprio questa scelta? “Non c’è una ragione personale, ho pensato a varie alternative in cui questi soldi potevano essere utili.” In questo, sicuramente Enrico Camosci e Dario Sammartino condividono una forte tensioneall’impegno per chi sta peggio.
In un prossimo futuro le strade di UG e di Enrico Camosci potrebbero incrociarsi nuovamente? “Non lo escludo assolutamente, magari trattando tematiche più di elite che – per ovvie ragioni – sono quelle che sento più mie”.
Enrico Camosci, l’eccellenza come compagna di strada
Approfitto per l’occasione per una domanda sulla carriera di Enrico che, a onta delle apparenze che lo vorrebbero fare apparire come un ragazzino, dura ormai da più di 8 anni. Quale è stato – se c’è stato – il momento di svolta nella carriera di “Camosh”?
“Ti dirò, ci penso ma non credo ci sia mai stato un vero e proprio momento di svolta. Voglio dire che io sono esattamente quello di prima come tipo di persona e come attitudini nel poker. Già dai primi tempi ero molto più interessato a indagare il poker in profondità che ad altro. Però a 18 anni, e guadagnando già tanti soldi, era normale subire le influenze di chi mi stava intorno al tempo e tra questi c’erano diverse persone con attitudini da gambler. Non è un giudizio morale il mio, ma solo una considerazione sul fatto che io dal principio ero molto più “serio”, nel senso degli interessi già orientati verso la comprensione profonda del gioco. Infatti la mia maturazione è andata avanti negli anni e prosegue ancora oggi, sempre con quella attitudine e quella determinazione continua a studiare e progredire.”
Un giocatore da applausi, in questo caso doppi per il bel gesto che accompagna questa collaborazione straordinaria con University of Gaming. Quest’oggi Camoscino è da spellarsi le mani.